Cosa non è l’ipnosi?
Si dimentichi la classica frase “A me gli occhi!”. L’ipnosi non può essere indotta da uno sguardo magnetico o da un fluido emesso dall’ipnotista. L’ipnosi non è una cura ma un insieme di strumenti che possono essere usati per alterare lo stato di coscienza di una persona. L’ipnosi non è una pratica “spettacolare”.
Come agisce sul cervello?
L’ipnosi abbassa temporaneamente lo stato di coscienza dell’emisfero sinistro e “parla” direttamente a quello destro. Inoltre crea un ponte tra mente e corpo attraverso l’azione dell’ipotalamo che si trova nel sistema limbico. Nell’emisfero sinistro, quello dominante, è collocata la parte conscia e razionale della mente, in quello di destra la parte inconscia e irrazionale basata sul piacere, la fantasia e le emozioni.
L’ipotalamo, sotto l’effetto dei suggerimenti dati in ipnosi, converte gli impulsi nervosi della mente in messaggi ormonali tramite la ghiandola ipofisi. I messaggi ormonali modificano la reazione dell’organismo agendo anche sulle difese immunitarie.
Ci sono soggetti predisposti o non adatti all’ipnosi?
Molti fenomeni ipnotici sfuggono ad un’analisi rigorosa perché non si può studiare l’ipnosi se non si tiene conto del soggetto in quanto realtà concreta e unica nel suo insieme. Per “entrare” nel profondo di una persona, quindi, è necessario disporre di quante più informazioni è possibile, oltre a rispettare la sua individualità e la disponibilità al trattamento.
Certamente esiste una maggiore o minore suscettibilità a sviluppare ipnosi. Sono importanti, in questo senso, i fattori legati all’ambiente in cui la si attiva, la personalità del paziente e quella dell’ipnotizzatore. Nell’ambito di questa forma di approccio un ruolo importante sono le aspettative reali e implicite di entrambi i soggetti (terapeuta-paziente) e dal grado di empatia che si stabilisce tra i due.
Per quanto riguarda il paziente, vanno considerate le capacità che Hilgard chiama di “involvement” cioè di partecipazione totale, intensa di tutta la persona a particolari esperienze (musica, lettura, arte) motivazioni, aspettative. Tra quelli riferibili all’ipnotista ci sono la capacità di comprendere i bisogni del soggetto, essere sicuri, chiari e semplici, sentirsi parte dell’altro entro certi limiti. In alcune situazioni, ad esempio, quando l’unica motivazione è eliminare il dolore, ci sono maggiori probabilità di successo, sempre che si usi l’induzione adatta.
L’ipnosi fa male?
L’ipnosi è di per se innocua. Tuttavia vi sono situazioni in cui non va usata, così come altre in cui può essere impiegata evitando però l’applicazione di certe tecniche e adottando un’adeguata condotta.
Essa è generalmente controindicata in presenza, nell’individuo, di problematiche psicologiche profonde ovvero quando l’Io è debole o sono presenti forti conflitti inconsci. In questo caso, l’ipnosi potrebbe arrivare ad aggravare lo stato psicopatologico. Dal momento che è una tecnica che dissocia i due emisferi cerebrali, essa è controindicata a coloro che soffrono di disturbi psichiatrici. Da evitare è pure il suo utilizzo per l’eliminazione di sintomi somatici, espressione di meccanismi di difesa e di compensazione, quali certe diarree e ipertensioni; infine è sconsigliabile l’induzione di conflitti e di regressioni di età in pazienti ipertesi, ipertiroidei, cardiopatici di una certa gravità in cui le emozioni violente possono avere gravi ripercussioni.
Seppure le controindicazioni non siano molte, è comunque necessaria un’adeguata informazione sia da parte di chi viene indotto all’ipnosi sia da parte di chi la induce.
Si può indurre lo stato di ipnosi sugli anziani e sui bambini?
Fino a pochi anni fa, si credeva che gli anziani fossero refrattari all’ipnosi, a causa della maggiore rigidità della loro corteccia cerebrale.
L’esperienza clinica ha invece dimostrato che si ottengono buoni risultati, soprattutto nel voler restituire sensazioni di vitalità e di entusiasmo. Per quanto riguarda i bambini, la disponibilità all’ipnosi è molto elevata nei bambini dai 6 a 8 anni di età, raggiunge il massimo verso i 10 per poi diminuire gradualmente fino ai 14 anni, quando acquisisce stabilità. Per l’ipnosi con i bambini si può facilmente sfruttare il linguaggio simbolico delle favole; in pediatria viene utilizzata l’ipnosi soprattutto per le dermatiti e per i problemi respiratori.
Cosa succede in una seduta di ipnosi?
Durante una seduta di ipnosi viene inibita la relazione dell’individuo col mondo esterno e con la motilità, cioè l’attività muscolo-scheletrica controllata dall’Io. In queste condizioni il soggetto vive il rapporto col proprio corpo in modo diverso dall’esperienza quotidiana in funzione della limitata partecipazione dell’Io.
È possibile l’autoipnosi?
Si. Con un allenamento, la pratica corretta, con motivazione e serio coinvolgimento nel processo si può dirigere la volontà e cooperare nel processo, producendo uno spontaneo rilassamento.
Cos’è la trance?
La trance è una condizione di attenzione responsiva, una dissociazione dell’Io che, a seconda delle peculiarità del soggetto, può sfociare in una forma di meditazione profonda, in una creazione artistica o in uno stato di sonnambulismo con conseguente amnesia di quello che è avvenuto. Per far scattare la “trance” vengono usate generalmente immagini, metafore e suggestioni verbali.
